I muri di Orban
- Antonio Nicoletti
- 31 ago 2015
- Tempo di lettura: 1 min
Stiamo assistendo (impotenti?) a un’imponente ondata migratoria, che vede anche molti profughi fuggire dalla loro terra natìa per allontanarsi dalla guerra. In particolare, i siriani affrontano un lungo viaggio, a piedi o con mezzi di fortuna; passano in paesi in grave crisi economica (la Grecia, che però si sta prodigando per aiutarli), e in paesi che non hanno una grande tradizione di accoglienza, come quelli dell’Europa dell’Est. Proprio in questa zona si stanno verificando numerosi problemi: in Macedonia si bloccano i treni, in Serbia e Croazia si chiudono le frontiere, in Ungheria si costruiscono muri. Un muro di scarsa efficacia, viste le foto dei profughi che ci passano sotto, grazie a una coperta che funge da protezione. Eppure, Orban è convinto che l’Ungheria vada protetta da questi profughi; mi domando cosa farà una volta che avrà circondato tutti i confini con il filo spinato e si sarà reso conto della scarsa efficacia di questo suo provvedimento. L’Europa è nata per abbattere i muri fra i popoli europei, e ora il primo ministro ungherese sta tornando indietro nel tempo. È inutile tentare di costruire barriere fisiche fra noi e “il diverso”: l’emergenza andrebbe gestita insieme, spartendosi delle quote di migranti proporzionali alla ricchezza e alla grandezza dei paesi. Europa, noi stiamo aspettando questa tua prova di maturità!
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