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Abstract: L’interscambio commerciale dell’economia vicentina nell’area mediterranea


Locandina Convegno

Una condizione preliminare necessaria per lo sviluppo dell’interscambio commerciale e per effettuare investimenti diretti verso un’area è la stabilità politica ed economica. Non si tratta di una valutazione di merito della “qualità” o del “grado di democrazia” delle istituzioni di un paese, ma di una valutazione della possibilità che i propri investimenti abbiano un ritorno economico. Questa pre-condizione è necessaria soprattutto per imprese medio-piccole, come quelle vicentine, per le quali un investimento errato può portare a difficoltà consistenti.

Anche per questo motivo la crisi globale iniziata nell’autunno del 2008 e successivamente le rivoluzioni delle c.c. “primavere arabe” del 2011 e i tormentati e convulsi cambiamenti ad esse seguite, hanno depotenziato l’Area del Mediterraneo in generale, e la sponda del Sud in particolare, come mercato di sbocco delle merci vicentine; al contrario alcune poche grandi imprese italiane hanno consolidato la loro presenza e rafforzato l’espansione del loro business in quei Paesi.

L’Area del Mediterraneo nella sua interezza ha un PIL che raggiunge il 15% del PIL mondiale - secondo solo a quella degli Stati Uniti - e offre comunque grandi opportunità sia perché la popolazione è molto più giovane e quindi più attiva di quella europea sia perché i tassi di crescita sono comunque superiori a quelli - abbastanza asfittici - dell’Unione Europea.

L’export vicentino, per collocazione geografica e per vocazione economica, privilegia i mercati vicini tanto è vero che l’Europa nel suo complesso accoglie quasi il 65% delle merci vicentine esportate. I paesi della sponda Sud del Mediterraneo, analizzati singolarmente, sono mercati di destinazione in cui i flussi esportativi vicentini sono ancora abbastanza modesti; in genere il numero di esportatori berici è abbastanza limitato e le esportazioni sono concentrate su specifici settori: soprattutto macchinari e apparecchiature industriali. L’industria leggera è presente solamente in mercati percepiti più stabili e in cui gli investimenti diretti si sono consolidati nel tempo come il Marocco e la Tunisia.

Seppure attualmente l’interscambio commerciale vicentino con la sponda Sud del Mediterraneo sia abbastanza contenuto e permangano elementi di difficoltà oggettiva di natura geopolitica, le opportunità in settori quali il manifatturiero, la logistica, le energie rinnovabili e il commercio non mancano anche perché a sostegno intervengono investimenti della Banca Europea degli Investimenti e aiuti bilaterali dell’Unione Europea. Altri fattori di vantaggio sono correlati alla presenza di zone franche contraddistinte da una tassazione quasi nulla, ma la condizione ineludibile perché queste opportunità siano compiutamente colte è che l’Italia, e soprattutto l’intera Unione Europea, formulino una strategia di rapporto verso questi Paesi non imperniata solamente sulla gestione delle emergenze, ma basati sulla realizzazione di progetti di ampio respiro, di lunga durata e di stabile partenariato, idonei a favorire lo sviluppo economico strutturale di quei promettenti Paesi e la possibilità di accesso ai loro mercati.

Dr. Diego Rebesco

Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza

 
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