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Tragedia europea, il giorno dopo


Incidente Tarragona


Un ricordo migliore, per ragazze veramente migliori.


So che sarebbe il momento di ritirarsi in un rispettoso silenzio, meditare e, per chi fosse religioso, pregare su quanto accaduto. So tutto ciò, ma ritengo che debba essere fatta una considerazione sull’ultima gravissima tragedia accaduta in Spagna, nella zona di Tarragona. Non penso per nulla giusto il modo in cui viene trattata la vicenda dai mezzi di informazione (e da noi stessi).

Queste studentesse sono morte in un momento particolare della loro vita: quello del soggiorno Erasmus. Erano giovanissime e, nel pieno della pianificazione del loro futuro, hanno scelto di smettere la veste del campanilismo e spendere qualche mese in un diverso paese per scoprire un po’ meglio quest’Europa. Questa scelta, devo dire coraggiosa, accomuna sempre un maggior numero di studenti di anno in anno. Questi smettono di sentirsi propriamente tedeschi, francesi, italiani o svedesi per scoprire e studiare in prospettive nuove al di là dei propri confini nazionali.

Anche chi non fosse europeista, se non federalista, dovrebbe perlomeno rispettare questa loro scelta e riconoscere questo loro spirito. Questo non avviene. Dal titolo dell’editoriale dei maggiori quotidiani alla chiacchera del bar di paese sembra che l’interesse sia uno solo: quanti italiani sono toccati da questo incidente?


A me questo fatto fa andare su tutte le furie. Nemmeno in momenti del genere riusciamo a non occuparci del nostro orticello, nonostante vi siano queste circostanze.

Io vorrei ringraziare queste ragazze, perchè hanno avuto il coraggio di essere più lungimiranti di molti di noi.

Francesca, Elisa, Elisa, Elena, Lucrezia, Serena, Valentina, Veronica e alle altre povere ragazze ancora non identificate:

Grazie, di cuore.

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