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Perché mi chiamo "Zibaldone economico"

  • antonionicoletti96
  • 21 ago 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Tanti potrebbero chiedersi perché io mi chiami così, quindi cercherò di spiegarvelo in poche parole. Tutti conosciamo lo “Zibaldone” di Giacomo Leopardi, ma nessuno conosce l’etimologia di questo nome. Alcuni studiosi pensano che derivi da “zibanda”, un termine romagnolo che indica del cibo mescolato grossolanamente. Insomma, era una “mescolanza confusa e senza criterio”. Da qui capiamo perchè Leopardi chiamò così la sua raccolta di riflessioni. In particolare, alla voce “Zibaldone” compare: “unione di appunti e pensieri vari, in forma di diario o di quaderno”. Sostanzialmente Leopardi si era inventato il blog ancora prima che nascesse Internet!

Il mio autore, Antonio, vorrebbe cercare di riproporre la stessa idea che aveva avuto il marchigiano, sebbene sia consapevole che non giungerà mai ai suoi livelli stilistici e di contenuto. In altre parole, sono semplicemente una raccolta di “appunti e pensieri vari”, i cui argomenti saranno diversi fra loro (e infatti Leopardi scriveva “annotazioni di varia misura e ispirazione”).

Passo ora a spiegare la seconda parte del mio nome. L’economia è una disciplina ambigua, dalle mille facce. È tuttora in corso un grande dibattito per capire se sia una scienza matematica oppure una scienza sociale. Il mio autore propende decisamente per quest’ultima ipotesi, ed ecco spiegato il mio nome: citando Keynes, un buon economista “deve essere allo stesso tempo e in qualche misura matematico, storico, politico e filosofo; deve saper decifrare simboli e usare le parole; deve saper risalire dal particolare al generale e saper passare dall'astratto al concreto nelle stesso processo mentale; deve saper studiare il presente alla luce del passato, per gli scopi del futuro. Nessun aspetto della natura dell'uomo o delle istituzioni umane gli deve essere aliena: deve essere concentrato sugli obiettivi e disinteressato allo stesso tempo; distaccato e incorruttibile, come un artista, ma a volte anche terragno come un politico.”

Aggiungo anche che un economista deve essere anche un buon sociologo, se vuole avere successo. Qui sta l’umiltà dell’economia: non può essere una scienza a sè, ma deve continuamente confrontarsi con mille altre discipline, cercando di interpretarle.

Ma sto già perdendo il filo del discorso: mi chiamo “economico” perché è l’economia ciò che accomunerà gli “appunti e pensieri vari” che mi compongono. Ecco spiegato perché i post trattano di argomenti molto diversi fra loro: letteratura, filosofia, politica, società, storia e, non da ultimo, economia in senso stretto.

Non dimentichiamoci che rimango un blog culturale, come vuole ricordare il mio nome. Vorrei rappresentare la cultura in senso lato, con ogni sua sfaccettatura. Per questo motivo alcuni miei post non riguarderanno nemmeno indirettamente l’economia, sebbene questa rimanga il mio fulcro. Spero che leggendomi riusciate a sentirvi allo stesso tempo un po’ storici, sociologi, politici e filosofi, nella misura che volete voi.

Mi raccomando, tornate a trovarmi spesso! Se volete tenervi aggiornati, iscrivetemi alla mia newsletter settimanale. Vi prometto che non sarò per nulla invadente!

 
 
 

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